Sabato sono andato a cena al ristorante “La Baita” a Menaggio e ho mangiato la polenta uncia: la foto non rende giustizia, ma la pancia ricorderà a lungo.
La polenta “uncia”
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8 risposte a “La polenta “uncia””
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Anch’io l’ho mangiata sabato! Ma a milano, alla trattoria Pulentin Musica e Vin! :D
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Quando si tratta di cibo, vogliamo i dettagli: l’indirizzo può batare (altrimenti mi tocca cercarmelo da me… ;)
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Ma la ricetta? Aspetto fiduciosa ;)
A presto, Elena
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La polenta uncia, secondo la moda antica, deve annegare nel burro fuso.
In parole povere fate cuocere della polenta, meglio se di grano duro, in un paiolo di rame; durante la cottura fate sciogliere del burro in misura abbastanza da vedere il “liquidino” che non riesce più a incorporarsi; mescolate sempre, rigorosamente, con un tarello di legno per evitare i grumi; alla fine aggiungere del formaggio (ad esempio il Branzi).
Ad occhio e croce è così, lo scorso capodanno ci venne parecchio bene.
Nel caso chiedo consigli al fratello semi-cuoco che studia a Bra. -
Thanks ;)
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ma poveri milanesotti del ca..o, cose fate i saputelli di polenta uncia che non sapete nemmeno cos’è?! che povera cultura culinaria che avete, mi fate pena…
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Lamentarsi non è mai servito a nulla se non a farsi voler male, per cui se hai delle cose da dire, ben vengano! altrimenti il tuo commento resterà qui, perso nel limbo delle cose mezze dette.
Conosci una ricetta migliore, diccela, siamo qui apposta!
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In giro c’è davvero della “povera gente”…
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